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Camionista ucciso all’area di servizio, riaperto il caso

Fiorenzuola, un russo di 33 anni trovato cadavere, colpito al petto da una coltellata il 30 luglio del 2016. La procura aveva chiesto l’archiviazione per un lituano, ma il gip la respinge e ordina al pm l’imputazione coatta. La difesa del lituano: non ci sono prove

Colpo di scena nel giallo del camionista trovato morto, colpito da una coltellata al petto, nell’area di servizio di Fiorenzuola il 30 luglio del 2016.

Il gip ha respinto la richiesta di archiviazione per il lituano Ricardas Zamolskis, il 60enne indagato per omicidio. Il giudice per le indagini preliminari, Stefania Di Rienzo, ha rigettato la richiesta di archiviazione del pm, del giugno 2018. La richiesta di rigetto era stata sostenuta anche dall’avvocato Paolo Ferroni, che tutela i famigliari del camionista ucciso, il russo (ma residente in Ucraina) Oleksandr Bokov, all’epoca di 33 anni. Ferroni aveva anche presentato una memoria, sottolineando i gravi indizi di colpevolezza. A caldeggiare l’archiviazione, invece, era stato Andrea Bazzani, l’avvocato difensore del lituano. Il sostituto procuratore Daniela Di Girolamo, a cui è passato il caso nel frattempo, ha ora dieci giorni di tempo per formulare una nuova imputazione di omicidio volontario.

bazzani andrea-2Per il giudice, a commettere l’omicidio sarebbe stato Zamolskis (il quale dopo un paio di mesi di carcere è ritornato in Lituania), sul quale peserebbero gravissimi indizi. Al contrario, per il difensore del lituano, l’avvocato Bazzani, non ci sono prove che sia stato Zamolskis ad accoltellare il russo. L’arma, secondo il difensore, era stata trovata ma non sarebbe quella usata per l’omicidio, inoltre, il frammento trovato nel polmone non apparteneva al coltello (di porcellana) ma era una parte di ossa.

Il giudice, però, analizzando tutta la ricostruzione effettuata dalla Squadra mobile, guidata all’epoca da Salvatore Blasco, è arrivata a concludere che il lituano sia responsabile di quell’omicidio. Tanti gli elementi presi in esame dal Di Rienzo. Gli orari in cui l’uomo è stato visto camminare vicino ai tir (erano parcheggiati vicini), le diverse fasi riprese dalle telecamere dell’area di servizio, la parte superiore della dentiera trovata dietro al sedile sul camion della vittima, le contraddizioni in cui è caduto il lituano nonostante fosse ubriaco (anche se poi i parametri dopo la visita apparivano normali), se è vero che il coltello trovato non sia l’arma del delitto è anche vero che l’uomo ha detto alla polizia di avere due lame sul suo tir, le dichiarazioni di alcuni testimoni - camionisti italiani e stranieri - che hanno raccontato alla polizia di aver visto, e sentito, i due litigare spesso. E ancora: il sangue. Sul corpo di Zamolskis non ci sarebbero state tracce ematiche - l’uomo, con indosso solo i boxer, era stato visto bere e mangiare con la vittima sul camion di quest’ultimo - perché forse aveva avuto il tempo di cancellarle. Infatti, dalla morte al rinvenimento era passato molto tempo. Il corpo era stato trovato alle 18, ma alle 17 un viaggiatore aveva avvertito gli addetti alla stazione di servizio di quell’uomo a terra. Un camionista italiano, inoltre, aveva detto alla polizia di aver visto i due camion alle 7. I due avevano cominciato a litigare. L’italiano si era addormentato verso le 10, per un’ora. Al risveglio le urla continuavano e sono proseguite fino al pomeriggio. Lui si era addormentato di nuovo ed era stato svegliato dalle sirene delle ambulanze che accorrevano per i soccorsi. Aveva notato, però, che il corpo era davanti al proprio camion e non vicino a quello del russo.

di girolamo-2Il lituano aveva raccontato al giudice di aver dormito per molte ore in cabina e di essere stato svegliato dalla polizia verso le 19. La mattina, alle 11.30, l’ucraino gli avrebbe copiato alcuni film su una chiavetta Usb. Poi i due si sarebbero lasciati, tornando sui rispettivi Tir. Una versione, però, non ritenuta plausibile dal giudice. In tutta questa storia, poi, manca un movente. Certo, l’alcol e i futili motivi potrebbero avere avuto una gran parte nel delitto, ma questo andrà dimostrato in aula.

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