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Giovedì, 18 Aprile 2024
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La campionessa di nuoto paralimpico Giulia Ghiretti, ha incontrato le giovanili dell'Us Fiorenzuola

L'organizzazione dell'evento si inserisce all'interno di un progetto più ampio dell'US Fiorenzuola, che ha l'ambizione di essere non soltanto una squadra di calcio, ma un punto di riferimento per i ragazzi e le famiglie del territorio

Venerdi sera presso il Cinema Capitol, l’U.S. Fiorenzuola ha organizzato per i suoi ragazzi del settore giovanile una grande serata di sport. Madrina d’eccezione la campionessa di nuoto paralimpico Giulia Ghiretti, che ha raccontato la sua incredibile storia di atleta paralimpica, dopo il grave incidente che l’ha costretta su una sedia a rotelle. Giulia, campionessa sia dentro che fuori dal campo, con tutta la naturalezza dei suoi vent’anni, ha spinto i giovani rossoneri a riflettere su temi importanti quali l’amore per la vita, l’importanza dello sport ed il ripudio di qualsiasi forma di discriminazione.    
L’organizzazione dell’evento si inserisce all’interno di un progetto più ampio dell’US Fiorenzuola, che ha l’ambizione di essere non soltanto una squadra di calcio, ma un punto di riferimento per i ragazzi e le famiglie del territorio. Un luogo dove non si insegna solamente il gioco del calcio, ma si trasmettono ai giovani quei valori positivi ed universalmente condivisi, che gli serviranno per essere cittadini responsabili di domani.
La serata, organizzata dal dirigente rossonero Gianmaria Bosoni, è stata aperta dal Presidente Regionale del Comitato Italiano Paralimpico  Gianni Scotti, che ha ricordato come lo sport abbia una funzione fondamentale ed una forza straordinaria, in grado di abbattere ogni barriera ed ogni forma di discriminazione. Lo sport non solamente aiuta i disabili all’inserimento nella comunità, ma da loro la possibilità di misurasi con se stessi e superare i propri limiti. La strada per il pieno riconoscimento degli sportivi paralimpici è ancora lunga, servono strutture adeguate ed investimenti che in Italia tardano ad arrivare. In ogni modo, il movimento è in crescita e sta ottenendo eccellenti risultati.
Successivamente è intervenuto Guido Saccardi, Presidente di CoopsElios, che ha presentato l’attività della sua Cooperativa Sociale, impegnata a Fiorenzuola nella gestione della Residenza Lucca, un centro che offre ospitalità, assistenza ed integrazione ai disabili residenti nel territorio della Val D’Arda.
La serata è entrata nel vivo quando la parola è passata ad Astutillo Malgioglio, il più forte portiere piacentino di tutti i tempi, che prima di essere stato un grande atleta è un grande uomo. A cavallo degli anni ’80 ha vestito la maglia del Bologna, del Brescia, della Roma campione d’Italia che per un soffio non vinse la Coppa dei Campioni, della Lazio, dell’Inter dei record di Giovanni Trapattoni in cui vinse uno scudetto, chiudendo infine la carriera nell’Atalanta. A 20 anni, mentre giocava nel Brescia, visitò per la prima volta un centro per disabili. Fu fortemente impressionato dallo stato d’abbandono e dall’emarginazione in cui vivevano, così col primo ingaggio da professionista fondò “Era 77”, un’associazione specializzata nella cura gratuita dei bambini affetti da distrofia muscolare. I problemi arrivarono quando Malgioglio passo alla Lazio. Ad ogni allenamento i tifosi lo accoglievano con insulti e sputi. Un giorno trovò addirittura l’auto sfasciata. L’odio che gli riservava la tifoseria era dettato dal fatto che, secondo loro, dedicava troppo tempo all’attività sociale, trascurando quella calcistica. Nell’indifferenza della società e dei compagni, Malgioglio resta solo. L’episodio più grave durante la partita Lazio-Vicenza, quando compare uno striscione con la scritta “Tornatene dai tuoi mostri”. Per Malgioglio è troppo, così al termine della gara si tolse la maglia, ci sputò sopra e la gettò verso la curva, con la consapevolezza di dire basta a quel calcio che non gli apparteneva. Dopo il clamoroso ritiro, Giovanni Trapattoni, appena arrivato alla guida dell’Inter, gli offrì il ruolo di secondo di Walter Zenga. Seguirono cinque anni bellissimi, con lo scudetto dei record nel 1989. Il 4 marzo 1990 va in scena la partita Lazio-Inter e Zenga è squalificato, tocca a Malgioglio scendere in campo. Prima del fischio d’inizio il portiere piacentino, con un grande gesto di civiltà, porta un mazzo di fiori sotto la curva laziale in segno di pace. Ancora una volta gli ultras si trasformano in una folla delirante e danno il peggio di sè: prima coprono Malgioglio dei peggiori insulti, poi inizia una pioggia di oggetti che trasformano il viso del portiere in una maschera di sangue. L’arbitro non sospende gara, la Lazio resta muta ed il calcio perde ancora una volta l’occasione di schierarsi dalla parte dei giusti. In ogni modo l’associazione Era77, ora chiusa per mancanza di fondi, è stata per decenni un punto di riferimento per tutti i bambini disabili ed ha aiutato con le sue cure gratuite migliaia di famiglie, provenienti da tutta Italia.
La serata è stata infine chiusa dalla nuotatrice Giulia Ghiretti. La sua è una storia di vita, una storia di sport, una storia che ha fortemente colpito tutti i presenti. A soli 15 anni Giulia era già campionessa italiana di trampolino elastico, una ragazzina tutta energia, grazia e voglia di volare. Poi durante l’ultimo salto nel corso di un allenamento, Giulia incontra il proprio destino ed un grave incidente la priva dell’uso delle gambe. Ciò avrebbe fatto cadere nella disperazione e nello sconforto chiunque, ma non lei. Con un incredibile amore per la vita, tanto coraggio e forza di volontà, Giulia non si lascia andare e reagisce con positività e slancio. Inizia a nuotare e attraverso lo sport rinasce, diventando una campionessa di levatura mondiale, candidata a partecipare alle prossime paralimpiadi del 2016.
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