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Mostre, il Club Cinefotografico si fa in quattro nel week-end di San Fiorenzo

Sabato le mostre di Stefano Morbelli e Ivano Bolondi; domenica il “Collettivo” e Maurizo Rossi

“PHOTO '19", IL CLUB CINEFOTOGRAFICO DI FIORENZUOLA SI FA IN QUATTRO. Sabato le mostre di Stefano Morbelli e Ivano Bolondi; domenica il “Collettivoe Maurizo Rossi

A Fiorenzuola in questo fine settimana il Club cinematografico organizza e inaugura ben quattro mostre a ingresso libero.

Il primo appuntamento è sabato 19 ottobre ore 17 presso Galleria-Atelier SMART (via Liberazione 12) con “EVANESCENZE”, personale di Stefano Morbelli. La rassegna rimane allestita fino al 3 novembre con accesso: domenica: dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 16 alle 19; martedì, mercoledì, venerdì: dalle 9:30 alle 12:00 e dalle 16 alle 19; giovedì, sabato: dalle 9:30 alle 12 e su appuntamento telefonico al 347 4517087.

Sempre sabato, alle ore 18 presso lo Spazio culturale "Aldo Braibanti" (ex Macello) in largo Gabrielli a “I 5 CONTINENTI” di Ivano Bolondi. Fino al 3 novembre. Orario mostra: martedì ÷ sabato: 16÷19 - domenica: 10÷13; chiuso il lunedì e venerdì 1° novembre.

Domenica 20 ottobre ore 10 presso Fondazione Verani-Lucca (viale della Vittoria) “ORIZZONTI” immagini del Collettivo CCF. Apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19; fino al 5 aprile 2020.

Nella stessa mattina, alle 10:30 presso la sede CCF, (piazza Caduti 1), “VISIONI IMMAGINARIE” di Maurizio Rossi: lunedì, mercoledì, venerdì: 21÷23 - domenica e festivi: 10÷12 e 17÷19. Fino al 10 novembre 2019.

GLI AUTORI

Stefano Morbelli - EVANESCENZE-2Stefano Morbelli è nato a Piacenza e vive a Podenzano. Dopo un trentennio di fotografie a supporto per ricordi di viaggio e paesaggistica, acquista la prima reflex digitale e riparte cercando ispirazioni nei paesaggi piacentini e non. Frequenta Forum di elevato livello e matura la riflessione: “la fotografia non è solo replicare fedelmente ciò che vediamo, ma piuttosto una traduzione in immagini delle sensazioni che un luogo, una circostanza, uno stato d’animo un volto ecc. ci donano”. Scopre nel bianco e nero una forza che il colore non riesce a comunicare. Da qui parte la propria ricerca di un linguaggio che sicuramente non è facile da recepire e ‘metabolizzare’. Un ritorno quindi in certi casi alla pellicola rigorosamente in scala di grigi. Digitale o pellicola diventano  un supporto su cui veicolare le proprie sensazioni traducendole in immagini: "Fotografo ciò che sento e non quello che vedo".

Ivano Bolondi vive a Montecchio Emilia (Reggio Emilia). Fotografa dagli inizi degli anni settanta e dai primi anni ottanta ottiene importanti riconoscimenti in Italia e all'estero. Le sue opere sono conservate presso prestigiose istituzioni italiane ed estere e sono state oggetto di numerose esposizioni e pubblicazioni. Nell’antologica I 5 CONTINENTI concede molto spazio Ivano Bolondi - I 5 CONTINENTI-2nelle sue immagini alle culture non occidentali, riscoprendo significati ormai perduti e ricavandone suggestioni creative. "Analizzare" è il verbo corretto per definire il suo atteggiamento fotografico, che non è quello, più comune, di "documentare". In altre parole le sue rappresentazioni non hanno lo scopo di fare vedere attraverso la fotografia, una particolare realtà, ma di utilizzare il mezzo per conoscerla e comprenderla.

Collettivo CCF. Nel titolo “ORIZZONTI” è racchiuso il tema della mostra che gli autori del CCF propongono, nel salone degli ospiti della Fondazione Verani-Lucca. Gli orizzonti delle immagini Collettivo CCF - ORIZZONTI-2esposte non si limitano a rappresentare quella linea lontana dove terra e cielo si congiungono, talvolta con netta separazione, talvolta senza soluzione di continuità. L'Infinito di Leopardi con "E questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude" ci insegna che l'orizzonte è il limite raggiunto dal nostro sguardo, sia esso il muro di una stanza o di un cortile, piuttosto che gli edifici che delimitano una via o una piazza, oppure i monti che coronano una vallata.

Maurizio Rossi, piacentino; pratica la fotografia per passione fin dal 1975 preferendo le immagini in bianco/nero che sviluppava e stampava in proprio. Nel 2005 ha incontrato il "digitale" e fu un colpo di fulmine: “Volevo trovare una forma espressiva che potesse caratterizzarmi a fondo, definitivamente”. I primi Maurizio Rossi - VISIONI IMMAGINARIE-2lavori (tre portfolio) gli hanno dato l’impulso a un impegno maggiore e più intimo:” Volevo che le mie immagini rappresentassero il mio stato d’animo, la mia visione del mondo e di ciò che mi circonda”. La chiave di lettura delle immagini in VISIONI IMMAGINARIE è all’interno della solitudine, dell’isolamento. Le sue sono visioni minimaliste molto ricche, dove le figure oniriche piene di fascino e di magia, si aggirano tra geometrie ermetiche e labirinti, senza incontrarsi mai.

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