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Ucciso da un fendente al torace vibrato con decisione

Omicidio del camionista russo all’area di servizio di Fiorenzuola sulla A1, imputato un autista lituano. Al via il processo in Corte di assise con l’uso in aula di video. Il medico legale: i due erano ubriachi e il presunto omicida era in coma etilico

Nelle foto in ordine di comparsa: i pm Daniela Di Girolamano e Antonio Colonna, gli avvocati Andrea Bazzani e Arianna Maggi, l'avvocato Paolo Ferroni e infine la Corte d'Assise. 

Era stato trovato cadavere nell’area di servizio di Fiorenzuola, sulla A1, colpito al petto da una coltellata il 30 luglio 2016. Per la morte di quel camionista russo di 33 anni, Oleksandr Bokov (ma residente in Ucraina) la procura ha ritenuto responsabile un suo collega lituano, Ricardas Zamolskis, 60 anni. L’uomo non si trova più in Italia. Il 14 febbraio è cominciato il processo in Corte di assise presieduta da Gianandrea Bussi, a latere Laura Pietrasanta e otto giudici popolari. Due i pm per la pubblica accusa: Antonio Colonna e Daniela Di Girolamo. Zamolskis è difeso dall’avvocato Andrea Bazzani (con la collaborazione di Arianna Maggi).  I familiari dell’autista lituano si sono costituiti parte civile con l’avvocato Paolo Ferroni. Il processo ha anche un risvolto tecnologico. I pm, infatti, hanno portato in aula un video su cui un tecnico proiettava le foto relative ai rilievi e alle indagini della Squadra mobile, compresi i dettagli dell’autopsia.

di girolamo colonna-2LA DINAMICA Il primo testimone - il dibattimento si preannuncia lungo, perché sono previsti oltre 110 testi - è stato il medico legale di Parma, Marica Soprani. La donna, che ha svolto l’autopsia, ha affermato che il camionista è morto per una coltellata al petto che ha leso organi vitali, anche se all’esterno non c’è stata una perdita di sangue. La lama che ha raggiunto il camionista sarebbe di una lunghezza tra 1,8 e 5,6 centimetri. Si è trattato, secondo i rilievi medici, di un colpo vibrato con decisione - con una traiettoria perpendicolare allo sterno - su un uomo magro. Il russo deceduto, infatti, era alto 1,82 metri e pesava 65 chili. Dalle immagini del camionista steso a terra si vedeva in modo chiaro la magrezza che ha fatto sì che la lama penetrasse con facilità.

ferroni paolo-2L’ALCOL Un altro aspetto rilevato dal medico ha riguardato lo stato alcolico dei due protagonisti. Il camionista lituano, infatti, era in stato di coma etilico (cioè con una quantità di alcol nel sangue superiore a 3,5 grammi per litro). Una condizione che avrebbe reso difficile il controllo delle proprie azioni, anche se l’influenza dell’alcol varia da persona a persona. La vittima, invece, aveva un tasso di alcol di 1,82. Il pm Colonna ha chiesto al giudice di eseguire una perizia su un coltellino e un paio di boxer (della vittima), due oggetti mai sottoposti a verifica prima. Al termine, il processo è stato rinviato a marzo.

L’ARCHIVIAZIONE La procura aveva chiesto l’archiviazione del caso, ma il giudice Stefania Di Rienzo l’aveva rigettata restituendo gli atti al pm Di Girolamo che avrebbe dovuto riformulare una nuova imputazione di omicidio volontario. All’archiviazione si era anche opposto Ferroni, mentre la difesa era favorevole all’accoglimento perché, secondo Bazzani, non c’erano prove a carico di Zamolskis.

bazzani maggi-2IL DELITTO Tanti gli elementi presi in esame dal gip Di Rienzo. Gli orari in cui l’uomo è stato visto camminare vicino ai tir (erano parcheggiati vicini), le diverse fasi riprese dalle telecamere dell’area di servizio, la parte superiore della dentiera trovata dietro al sedile sul camion della vittima, le contraddizioni in cui è caduto il lituano nonostante fosse ubriaco (anche se poi i parametri dopo la visita apparivano normali), se è vero che il coltello trovato non sia l’arma del delitto è anche vero che l’uomo ha detto alla polizia di avere due lame sul suo tir, le dichiarazioni di alcuni testimoni - camionisti italiani e stranieri - che hanno raccontato alla polizia di aver visto, e sentito, i due litigare spesso. Un altro aspetto riguarda il tempo: dalla morte al rinvenimento ne era passato molto. Il corpo era stato trovato alle 18, ma alle 17 un viaggiatore aveva avvertito gli addetti alla stazione di servizio di quell’uomo a terra. Un camionista italiano, inoltre, aveva raccontato alla polizia di aver visto i due camion alle 7 del mattino. Dopo una lite, secondo alcuni, durata fino al pomeriggio il ritrovamento del corpo davanti al camion di un italiano e non davanti a quello della vittima. Il lituano aveva raccontato al giudice di aver dormito per molte ore in cabina e di essere stato svegliato soltanto dalla polizia verso le 19. L’uomo era finito in carcere e dopo alcuni mesi era uscito, tornando in libertà, e rientrando, si presume, al proprio Paese.

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