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Fiorenzuola Today Fiorenzuola d'Arda / Via M. Casella

Tentano il furto di merendine, residente chiama il 112 e li fa denunciare

Il distributore automatico di via Casella già preso di mira più volte, il proprietario: «Non costringeteci ad interrompere l’attività»

Un residente di via Casella li ha notati dalla finestra di casa mentre cercavano di svuotare il distributore di latte e merendine nel parcheggio all’esterno del centro parrocchiale “Scalabrini” a Fiorenzuola e ha chiamato il 112. Così due giovani, un 18enne e un 17enne residenti nel capoluogo della Valdarda, sono stati denunciati per furto dai carabinieri del Radiomobile. La pattuglia è intervenuta intorno alle 5 su richiesta di un cittadino che all’alba ha visto i due intenti a rubare i prodotti contenuti nel distributore automatico. Ha allertato i carabinieri che in pochissimo tempo sono arrivati sul posto, cogliendo i due giovani sul fatto. Sono stati identificati e denunciati entrambi a piede libero per furto.

Distributore danneggiato più volte

Sembra che già da diversi giorni il distributore, di proprietà di Shimon Sarra del “Podere Cittadella” di Villanova, fosse stato oggetto di furti. «I ladri – racconta – avevano trovato uno stratagemma per sottrarre i prodotti danneggiando il distributore». La famiglia se n’è accorta ma, nonostante siano state adottate misure preventive contro i vandalismi, «gli “attacchi" sono peggiorati fino a farci pensare alla chiusura temporanea» - spiega sempre Sarra a ilPiacenza.it, ringraziando anche il cittadino che provvidenzialmente stanotte ha chiamato i carabinieri.

«Non costringeteci ad interrompere l’attività»

Dopo l’ennesimo danno subito il proprietario del distributore auspica che «la situazione sia definitivamente risolta e di non essere costretti ad interrompere l'attività a causa di questi atti vandalici. Questi spiacevoli avvenimenti dovrebbero servire anche da monito: per una "ragazzata", un furto di pochi euro, i responsabili dovranno rispondere di una grave denuncia e danneggiamenti per cifre significative, quasi mille euro». «Chiudere – conclude - sarebbe un vero peccato sia per la comunità che può beneficiare sotto casa di prodotti a chilometro zero, sia per noi che abbiamo investito trovando nuove strade e idee per permettere alla mia famiglia di andare avanti, vista la crisi e i problemi cronici dell’agricoltura che non consentono di limitarsi a coltivare la terra come facevano i nostri nonni».

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